MiBACT

Fotovoltaico Invisibile, una prospettiva interessante

28 Ottobre 2015 – Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) ha pubblicato sul proprio sito un’interessante documento intitolato “Linee di indirizzo per il miglioramento dell’efficienza energetica nel patrimonio culturale. Architettura, centri e nuclei storici ed urbani.” con l’obiettivo di fornire indicazioni per la valutazione e per il miglioramento della prestazione energetica del patrimonio culturale tutelato, con riferimento alle norme italiane in materia di risparmio e di efficienza energetica degli edifici.

Il Fotovoltaico Invisibile

Tra le varie situazioni analizzate c’è anche quella più specifica sulla riqualificazione di centri e nuclei storici. All’interno del capitolo il Ministero parla anche del nostro Fotovoltaico Invisibile in questi termini:

“Una prospettiva sicuramente interessante è offerta dai coppi in cui le celle di silicio sono completamente inglobate nel corpo degli stessi, essendo questi realizzati in composto polimerico caricato con polveri naturali, tale da risultare alla vista del tutto analogo al materiale tradizionale e di consentire al contempo ai raggi solari di filtrare attraverso la superficie esterna (come fosse trasparente) e raggiungere le celle fotovoltaiche. Tale tecnologia (c.d. “fotovoltaico invisibile”), applicabile anche ad altri elementi di finitura, è emersa peraltro nell’ambito dell’edizione 2010 del concorso di idee periodicamente promosso dall’Associazione Marevivo e da vari Enti e Amministrazioni tra cui il MiBACT, ed è attualmente in fase di ottimizzazione e verifica con il supporto dell’ENEA.

Il caricamento con polveri naturali dovrebbe consentire peraltro di ottenere i diversi caratteri cromatici tipici delle tradizioni costruttive locali in relazione alle argille disponibili nei vari ambiti territoriali regionali e sub-regionali, oltre che caratteristiche materiche analoghe a quelle dei normali elementi laterizi; prototipi sono stati realizzati anche riproducendo pietre da rivestimento, pannelli di intonaco e finanche elementi lignei, applicazioni che aprono tuttavia la riflessione attorno a taluni assunti del restauro, quali quello dell’autenticità e della riconoscibilità della materia.”

Analisi del mercato

Il capitolo restituisce un contesto più ampio in cui si prende atto che le altre soluzioni finora introdotte nel mercato peccano in resa energetica.

” Il mercato offre inoltre ormai soluzioni maggiormente coerenti con i cromatismi dei tradizionali materiali di copertura […], sebbene al momento ancora di minor resa in termini energetici rispetto ai pannelli di prima generazione. “

Diventa quindi chiaro che l’abbinamento “celle-visibili” e “bassa-resa-energetica” rende impensabile l’installazione sull’edilizia storica, in quanto si andrebbe a comprometterne il carattere ed il valore senza ottenere una vera soluzione al problema principale: la dipendenza dalle fonti non rinnovabili.

” In verità, del complessivo parco edilizio italiano, enormemente incrementatosi – come noto – a partire dall’ultimo dopoguerra, l’edilizia storica costituisce una frazione assai ridotta: sicché – ferma restando l’applicazione di tutte le provvidenze di miglioramento energetico con essa compatibili – appare quanto meno irrazionale se non decisamente miope, nel quadro di un bilanciamento costi-benefici, comprometterne i caratteri connotativi e i valori paesaggistici a fronte dell’apporto certamente non significativo e non risolutivo da essa offerto all’abbattimento, a scala nazionale, dei consumi energetici da fonti fossili e più in generale non rinnovabili. “

Fotovoltaico calpestabile

Infine, il Ministero considera la possibilità di applicare pannelli fotovoltaici calpestabili e carrabili per trasformare strade e terrazze in superfici produttrici di energia pulita.

Anche i pannelli fotovoltaici calpestabili, oltre che ovviamente per le coperture a terrazza, potrebbero trovare impiego per ponderate inserzioni nelle pavimentazioni stradali, tali da assicurare comunque il rispetto dei materiali e delle geometrie di posa tradizionali (con impiego, ad esempio, per bordi stradali, pavimentazioni di aree secondarie e di risulta, spazi subito esterni e di contorno rispetto all’abitato storico, ecc.).

Fonte

Gli estratti inseriti nel testo sono tratti direttamente dal capitolo “4.4.7 Centri e nuclei storici” (a pagina 155) del documento pubblicato dal Ministero. Documento completo pubblicato sul sito ufficiale del Ministero

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